Bowling a Columbine (Bowling for Columbine)

Regia e seneggiatura: Michael Moore; interpreti: Michael Moore, George W. Bush, Dick Clark, Charlton Heston, Marilyn Manson, John Nichols, Matt Stone; produttori: Charles Bishop, Jim Czarnecki, Michael Donovan, Kurt Engfehr, Kathleen Glynn, Tia Lessin, Michael Moore, Wolfram Tichy, Rehya Young; musica: Jeff Gibbs; fotografia: Brian Danitz, Michael McDonough; montaggio: Kurt Engfehr; suono: James Demer, Francisco La Torre ; società di produzione: Dog Eat Dog Films, Salter Street Films International, United Broadcasting Inc.; nazionalità: Canada – USA; anno di produzione: 2002; durata: 120 min.

URL:http://us.imdb.com/Title?0310793
URL: http://www.bowlingforcolumbine.com/

TRAILER

Capita raramente che gli schermi del circuito commerciale ospitino un documentario e capita ancor più raramente che questo tipo di film sia accolto in competizione e premiati da una grande rassegna internazionale. Questa volta l’eccezione l’ha offerta il festival di cannes che ha presentato e coronato "Bowling a Columbine" di Michael Moore. E’ un testo feroce, ironico, allucinante sulla passione e il commercio delle armi negli Stati Uniti. Il regista ha firmato, in passato, un film che ha fatto molto scalpore: “Io e Roger” (1989), dedicato alla sua lotta per incontrare il presidente della General Motors, Roger Smith, e chiedergli ragione dei 30.000 licenziamenti causati dallo spostamento di una fabbrica d’automobili da Flint, in Michigan, al Brasile. Questa volta all’ordine del giorno c’è la  tragica sparatoria avvenuta, nel 1999, nel liceo di Columbine. Qui due ragazzi uccisero dodici studenti, un insegnante e ferirono varie decine d’altre persone, per poi togliersi la vita. E’ un quadro allucinante dell’America profonda. Una miscela di pregiudizi, violenza, razzismo. Il pezzo forte è un’intervista a Charlton Heston, presidente dell’associazione dei produttori d’armi americani e strenuo sostenitore della libertà assoluta di comprare pistole, fucili e mitra. Tuttavia anche prima ci sono brani allucinanti. Il regista intervistatore incontra uno degli accusati per l’autobomba che, il 19 Aprile 1995, causò il crollo dell’Alfred P. Murray, un edificio statale d’Oklahoma City, sotto le cui macerie morirono 168 persone, mentre più di 500 furono ferite. Il tizio fu scagionato per insufficienza di prove e ora abita in una casa piena d’armi, che fece un centinaio di vittime. Gli chiede: “Lei è per la libertà di possedere armi liberamente?”, “Certo!” è la risposta, “Allora”, replica il regista, “Se un suo vicino tenesse in casa una boma atomica lei non avrebbe nulla da dire?”. Il tipo farfuglia qualche parola e poi tace imbarazzato. Davvero da non perdere.

 

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