Ballo a tre passi
Regia: Salvatore Mereu; sceneggiatura: Salvatore Mereu; interpreti: Caroline Ducey, Yaël Abecassis, Massimo Sarchielli, Michele Carboni; fotografia: Renato Berta, Tommaso Borgstrom, Renato Bravi, Nicolas Franik; montaggio: Paola Freddi; scenografia: Giada Calabria; costumi: Stefania Grilli, Silvia Nebiolo, Valentina Scalia; produttore: Andrea Occhipinti; società di produzione: Lucky Red; nazionalità: Italia; anno di produzione: 2003; durata: 107 min. |
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Ballo a tre passi di Salvatore Mereu, vincitore della sezione Settimana Internazionale della Critica all’ultima mostra di Venezia, è un film inusuale per il panorama del nostro cinema. Già la struttura a lunghi episodi cadenzati sul ritmo delle stagioni, si avvicina più al cinema, ad esempio, di Krzysztof Kieslowski che non al classico film ad episodi della commedia italiana. Al gran regista polacco lo avvicina anche il ricorrere semicasuale di personaggi che ora sono protagonisti, ora comparse. Il tema centrale appare duplice: il sesso nelle sue varie forme e la solitudine. La scoperta del mare nell’estate mescola autoerotismo a separazione dagli altri esemplificato dal figlio del padrone del camioncino che guarda gli altri divertirsi. L’esplosione dell’amore in estate, nasce dalla disperazione della solitudine, assume toni che mescolano sentimento e naturalità (l’amore “da dietro”) e sfocia nella morte. La tristezza, in autunno, per la vita abbandonata in favore del convento è venata d’oblio dei sensi e s’intreccia con i discorsi erotici della sposa e delle compagne. L’inverno è morte, mescolata ad amore mercenario e nobilitata da quella straordinaria invenzione, la cosa più bella dell’intero film, che è l’immaginazione del proprio funerale assieme ad amici e parenti. E' un film straordinariamente maturo per un esordiente in cui i molti omaggi che vi circolano – I fratelli Taviani, Fellini, Moretti, Rossellini, De Seta – s’integrano nel tessuto narrativo in modo omogeneo e senza scalfirne l’originalità. |
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Valutazione: 1 2 3 4 5 |